Il mio rapporto d’amore con l’inglese scientifico (e non solo) è cominciato molto tempo fa. Credo persino di ricordare il momento esatto: agosto 1991. Insegnavo già da qualche anno e per la prima (ed unica) volta sono andata negli Stati Uniti, per essere più precisi a Boston. La Boston del MIT e di Harvard! Un sogno ad occhi aperti.
Inglese ne masticavo poco e giravo sempre con il dizionario in mano. Quel viaggio è stato fantastico ma l’emozione più grande per me è stata quando sono entrata in una libreria universitaria vicino ad Harvard. Avete presente quando portate un bambino in un negozio di giocattoli? UGUALE!
Intorno a me ogni ben di Dio in fatto di libri di biologia, chimica e quant’altro. Proprio lì ho comprato l’edizione più “recente” del Curtis su cui avevo studiato all’università, uno dei libri più belli e ben fatti su cui abbia mai studiato. Ma non solo il Curtis… Mio marito ed io abbiamo comprato così tanti libri “imperdibili” che siamo stati costretti ad acquistare anche una nuova valigia per poterli portare a casa. Non erano certo i tempi di Amazon e libri del genere erano merce preziosissima, almeno per noi.
Perchè vi racconto questo?
Una volta a casa mi sono dovuta scontrare con la realtà, ossia la mia scarsa conoscenza del lessico specifico e della lingua in generale. Ho passato ore a costruirmi una sorta di glossario del lessico specifico della biologia ma più leggevo in inglese più mi rendevo conto che questo “sforzo” mi portava a capire, ma soprattutto a notare, dettagli che in una lettura in italiano mi sarebbero sfuggiti.
Leggere della cellula in inglese, ad esempio, mi costringeva ad una maggiore concentrazione e mi sono resa conto che mi portava ad imparare di più non solo la lingua ma la disciplina stessa. Sentivo che stavo imparando moltissimo e quando poco dopo mi sono ritrovata a studiare per preparare il terribile/temibile concorso ordinario ho fatto una scelta apparentemente folle, rivelatasi vincente, studiando biologia sul mio amato Curtis nella versione originale americana.
Vi starete ancora chiedendo dove voglio arrivare. Avete ragione… l’ho presa un po’ larga 🙂
In questi anni ho continuato a coltivare questa mia passione per la lingua e l’avvento di internet (e di Amazon!) ha sicuramente accorciato le distanze e i tempi. Oggi possiamo leggere direttamente online le ricerche scientifiche e possiamo avere in pochi giorni qualunque libro. L’effetto WOW di quei giorni, quando mi ritrovavo persino ad annusare le pagine di quei libri tanto amati, oggi è incomprensibile ai più ma mi ha insegnato qualcosa di importante che ho sempre cercato di “passare” anche ai miei studenti. L’inglese non è solo una lingua importante per comunicare ma anche una strategia vincente per studiare.
In anni in cui l’acronimo CLIL doveva ancora essere persino immaginato, ho “costretto” i miei studenti a leggere testi e vedere filmati aiutandoli così ad entrare un po’ di più nelle pieghe delle cose, perché quando traduci o ascolti qualcuno parlare in un’altra lingua, sei così concentrato che il concetto rimane aggrappato nella tua mente.
E se si unisse l’inglese all’arte del colorare?
Unite un buon testo scientifico scritto in inglese a delle belle tavole da colorare e… vedrete comparire il libro di cui vi voglio parlare oggi: The biology coloring book” di Robert D. Griffin.
Questo magnifico libro è proprio uno di quelli acquistati a Boston nella vacanza di cui vi ho parlato: 233 pagine di testo e tavole da colorare destinate a studenti universitari ma perfettamente adattabili anche per i ragazzi delle scuole superiori.
Questo libro tratta i contenuti di biologia del secondo anno delle superiori (dalle biomolecole alla genetica mendeliana). Ci hanno insegnato a non giudicare un libro dalla copertina, giusto? Nonostante sembri un libro per ragazzi la trattazione scientifica non è per nulla semplicistica, anzi aggiunge dettagli e concetti non presenti nei libri di testo tradizionali della scuola superiore. La sua forza sta proprio nell’abbinare un solido testo scientifico a delle tavole in bianco e nero da colorare man mano che si procede nella lettura.
Nonostante siano passati molti anni io continuo ad utilizzarlo spesso. In questi giorni, ad esempio, stiamo lavorando sugli organuli cellulari. Per i ragazzi imparare struttura e funzioni degli organuli cellulari è sempre una inutile tortura. Tortura perché è una parte molto mnemonica, inutile perché dopo poco non ricordano più nulla.
Al momento sto procedendo così: in classe leggiamo e traduciamo insieme il testo e man mano i ragazzi colorano le strutture descritte. Eccone un esempio:
Perdita di tempo? Per niente. Biologia in inglese, tavole da colorare… l’apprendimento lavora su più fronti. È impossibile non imparare. 🙂
P.S. Di recente ne ho acquistato altri due:
- The anatomy coloring book di Wynn Kapitt/ Lawrence M.Elson e
- The physiology coloring book, di Kapit/Macey/Meisami
- Netter Anatomia da colorare
Se volete saperne di più fatemi sapere!
Grazie, li ho già cercati su Amazon e li ho trovati tutti e tre. Comunque io ne vorrei sapere di più, come sempre!
Grazie, un abbraccio Adele
Barbara, non c’è il link allo slideshow! ciao, adele
scusami ho visto tutto, ora! devo smettere è tardi e sono stanca, mi sono corretta un sacco di compiti. giuro che non rompo più, buona notte. adele
Sto lavorando con The Biology coloring book…compratelo tutti…e’ meraviglioso! Ancora una volta, grazie Barbara.
Sono pienamente d’accordo con quello che dici. Anch’io ho abbracciato il CLIL prima della sua nascita ufficiale, per poi diventare un insegnante CLIL “abilitata” dopo essermi presa la certificazione linguistica ed aver partecipato al corso metodologico.
La cosa che della metodologia CLIL mi ha sempre convinto è che consente una riflessione sulla lingua e un suo uso molto più consapevole, con una attenzione alle parole più giuste per veicolare i concetti che favorisce l’acquisizione sia della lingua che dei concetti stessi. Senza dire che la lingua inglese, proprio per come è strutturata, è molto più straightforward dell’italiano ………………