It is not the strongest of the species that survive, nor the most intelligent, but the one most responsive to change.”
Charles Darwin
Un po’ in ritardo ma… auguri Charles.
Ogni anno, in questi giorni, festeggio il tuo compleanno cercando di far capire ai miei ragazzi quanto importante sia stato il tuo passaggio sulla Terra per la comprensione del mondo naturale.
Mi piace leggere in classe brani della tua autobiografia perché i ragazzi possano mettersi nelle tue “scarpe”, provando a capire chi eri, sentendo persino la tua giovanile frustrazione e mortificazione nell’essere considerato da tuo padre un buono a nulla…
Non fai altro che andare a caccia, occuparti di cani e catturare i topi e sarai perciò una disgrazia per te stesso e per la tua famiglia!”
(Charles Darwin, Autobiografia, Einaudi, pag.10).
… nel non riuscire a seguire le sue orme, lui importante medico, lasciando il sentiero che era già stato tracciato per te…
“… Ebbi anche l’occasione di assistere a due gravi operazioni nell’aula dell’ospedale di Edimburgo, una della quali sopra ad un bambino. L’impressione fu così forte che fuggii prima della fine e non tornai più, nè ci sarei tornato per nessuna ragione al mondo: basti pensare che questo accadeva molto prima della benedetta scoperta del cloroformio. Il ricordo di questi due casi mi ossessionò per lungo tempo.”
(Charles Darwin, Autobiografia, Einaudi, pag.29)
Ripiegasti su Cambridge, accettando l’offerta di tuo padre di studiare per diventare “almeno” un prete di campagna. Seguisti il suo consiglio perché, in fondo, l’idea di avere così il tempo di coltivare il tuo interesse per la natura ti piaceva. (Charles Darwin, Autobiografia, Einaudi, pag.38)
Nei due anni di studi a Cambridge ti sei fatto degli amici importanti, di quelli che possono cambiarti la vita. Hai terminato gli studi e sei tornato a casa pronto a fare il tuo dovere ma, con grande sgomento da parte di tuo padre, ricevesti una lettera che cambiò la tua vita, ma, in fondo, credimi, anche la mia.
Grazie al tuo caro amico, il professor John Henslow, che ti raccomandò al capitano Fitz-Roy e a tuo zio Jos (Josiah Wedgwood), nonché futuro suocero, che riuscì a convincere tuo padre, inorridito solo all’idea che tu andassi a buttare altri anni in giro per il mondo senza farti una posizione, partisti per un viaggio che aiutò te a capire chi eri ma noi a capire meglio da dove veniamo.
Il resto è storia mio caro amico e non c’è bisogno di ricordarla.
Veniamo al sodo, dunque! Come posso festeggiare il tuo compleanno quest’anno? Ci conosciamo ormai da così tanto tempo… mi sa che ho già provato tutto… quale sorpresa potrei mai riuscire a farti?
Sai quanta stima ho per te, per cui ci tengo a fare qualcosa di importante… Ho un’idea… Voglio presentarti una persona. Si chiama Neil Shubin. Scommetto che sai chi è, anche da “lassù”, vero?
Leggere il suo libro, Il pesce che è in noi, mi ha caricato di entusiasmo. Anche lui, come te, è riuscito a mettere una tessera importante nel mosaico della conoscenza che tu hai contribuito a costruire. Un altro uomo incredibile, come te.
E’ deciso: parlerò di te attraverso il suo lavoro. Chissà che conoscervi entrambi non possa illuminare lo sguardo, accendere la curiosità e il desiderio di conoscenza anche nelle giovani generazioni. Che ne dici? È un bel modo di festeggiare il tuo compleanno, non credi?
If you really want to see why you’re built the way you are it’s time to meet your inner fish.
Neil Shubin
Sareste stati sicuramente buoni amici. Neil è un fish paleontologist e ha scoperto un fossile, il Tiktaalik, cambiando così la storia dell’evoluzione. Avete molto in comune, non è vero?
La cosa più divertente è che tu hai studiato per un paio d’anni medicina e poi hai formulato la teoria dell’evoluzione, mentre Neil, paleontologo, si è trovato a tenere un corso di anatomia umana alla facoltà di medicina dell’Università di Chicago e ha scoperto un fossile che ha contribuito a capire meglio la storia dell’evoluzione. Curioso vero?
Nel suo libro, Neil Shubin racconta che ogni rettile, uccello o mammifero vivente oggi discende da un antico pesce e quando parla di mammiferi, intende anche NOI!
Il Tiktaalik era un pesce vissuto 375 milioni di anni fa e si ritiene che sia l’anello di congiunzione tra pesci e anfibi, ossia tra creature d’acqua e i primi animali di terraferma.
Ciò che nell’autunno del 2004 vedemmo sbucare da queste rocce era una splendida via di mezzo tra pesci e creature di terra, che differiscono sotto molti aspetti. I pesci sono muniti di testa conica, mentre i primi esemplari di esseri viventi sulla terraferma presentano teste simili a quella del coccodrillo, con gli occhi posizionati in alto. I pesci non hanno collo: spalle e testa sono collegati da una serie di placche ossee. Le prime creature terrestri, come i loro discendenti, possiedono il collo, nel senso che possono piegare la testa indipendentemente dalle spalle. I pesci hanno il corpo interamente ricoperto da squame, gli animali terrestri no. Inoltre, particolare importante, i pesci hanno le pinne, gli animali di terra sono invece dotati di arti con dita, polsi e caviglie. E potremmo ancora continuare a lungo l’elenco delle differenze. Ma il nostro esemplare ruppe la distinzione tra le due specie animali. Come i pesci, ha il dorso ricoperto di squame e pinne dotate di membrana. Ma come i primi animali terrestri, ha la testa piatta e il collo e, osservando l’interno della pinna, notammo la presenza di ossa corrispondenti ad un arto superiore, l’avambraccio, e persino porzioni del polso. c’erano addirittura le articolazioni: insomma, era un pesce con spalle, gomito e polso, il tutto compattato nella membrana della pinna. (Neil Shubin, Il pesce che è in noi, Rizzoli, pag. 32-34)
It was part fish, part tetrapod—a fishapod. (Sean B. Carroll)
Il pesce che è in noi è un libro bellissimo e si legge di un fiato, ma in questo momento dell’anno è tardi per farlo leggere per intero anche ai ragazzi, non trovi? Magari lo farò leggere la prossima estate. Allora, adesso, cosa posso fare?
Quando un paio d’anni fa ho letto il libro di Shubin ho cercato in rete per saperne di più e ho scoperto che ha realizzato anche una serie di meravigliosi documentari con la PBS.
Anche qui il percorso sarebbe un po’ troppo lungo, per cui ne guarderemo una versione più breve (circa 17 minuti) sul sito dell’HHMS- Biointeractive: Great transitions: the origin of Tetrapods.
Su questo sito meraviglioso, ci sono molti materiali che accompagnano il film: la trascrizione del video, la guida didattica e un quiz per i ragazzi.
Ci sarà tanto di cui discutere in classe: natura della scienza, difficoltà del lavoro sul campo ma anche euforia gratificante della scoperta, evoluzione, storia della vita sulla Terra, adattamenti… meraviglioso, no?
Per concludere, e fissare un po’ le idee, potremo fare anche l’attività interattiva di esplorazione sugli animali che ci sono in noi!
Insomma… anche quest’anno sarà proprio una bella festa, non credi?
Buon compleanno Charles!
Per saperne di più:
Dimmi dove insegni e…lì mi iscriverò
Claudio
Grazie Claudio!!!
Meraviglioso, semplicemente meraviglioso. Ora ti chiedo, cara Barbara, quando affronti la teoria dell’evoluzione? Dedichi un tempo a parte? In quale anno? Oppure ogni volta che te ne capita l’occasione ne parli ?
Ciao, un abbraccio Adele
Sempre in questo periodo. Sempre in seconda in modo specifico. Sempre in ogni occasione nelle altre classi. Grazie Adele! 🙂
Grazie a te!
Questo tuo lavoro l’ho pubblicato sul sito della mia scuola
majoranaorvieto.org mettendo il link all’originale.
Ciao