In questi giorni, sono tanti gli studenti che mi chiedono maggiori informazioni sui coronavirus e sulla loro modalità di trasmissione e io non posso né voglio sottrarmi a questa richiesta. Per cui mi sono interrogata a lungo su come poter gestire al meglio questo loro bisogno cercando un modo per veicolare, ancora una volta, la comprensione durevole che la conoscenza è l’arma più potente che abbiamo per gestire la paura e (a volte) per salvarci la vita. Ecco, quindi, cosa intendo fare.

Per prima cosa, un po’ di informazioni.

Al momento in cui sto scrivendo questo post (30 gennaio 2020) , il Coronavirus 2019-nCoV ha infettato 8235 persone, diffondendosi in 21 paesi, uccidendone 171 (in Cina).

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Questo nuovo (ossia mai identificato prima) e temibile virus sembra provenire da un mercato del pesce di Wuhan, in Cina, dove vengono venduti illegalmente anche animali selvatici, tra cui marmotte, uccelli, conigli, pipistrelli e serpenti.

È già noto che i coronavirus siano in grado di fare il salto di specie infettando anche gli esseri umani, quindi si pensa che le prime persone infettate dalla malattia – un gruppo composto principalmente da venditori ambulanti del mercato ittico – lo abbiano contratto proprio dal contatto con animali infetti.

Uno studio iniziale aveva suggerito che questo virus fosse simile a quello individuato nei serpenti, ma ora sembra più probabile che il virus che sta infettando gli uomini provenga dai pipistrelli.

Un gruppo di virologi del Wuhan Institute for Virology, infatti, ha pubblicato un documento dettagliato che mostra che la composizione genetica dei nuovi coronavirus è identica per il 96% a quella di un coronavirus trovato nei pipistrelli, che erano anche la fonte originale del virus della Sars.

Sebbene il mercato di Wuhan sia stato chiuso il 1° gennaio, sembra che a quel punto il coronavirus stesse già iniziando a diffondersi oltre il mercato stesso. A seguito del contagio del personale medico cinese, il 21 gennaio scorso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato via twitter che la malattia era già in grado di trasmettersi da uomo a uomo.

Cosa sono i coronavirus?

I coronavirus sono una famiglia piuttosto grande di virus a RNA in grado di causare malattie respiratorie che vanno dal comune raffreddore a sindromi più severe come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratory syndrome).

I sintomi dei coronavirus spesso sono lievi – raffreddore, mal di testa, tosse e febbre – ma in alcuni casi portano a malattie del tratto respiratorio più gravi, tra cui polmonite e bronchite. Questi possono essere particolarmente pericolosi nei pazienti più anziani o nelle persone che già hanno precarie condizioni di salute.

Questi virus sono chiamati così perché, al microscopio elettronico, i virioni (la forma infettiva dei virus) presentano delle strutture proteiche esterne a forma di mazza che creano un’immagine che ricorda una corona reale o una corona solare. (Fonte: EpiCentro).

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Credits: Di Photo Credit:Content Providers(s): CDC/Dr. Fred Murphy – This media comes from the Centers for Disease Control and Prevention’s Public Health Image Library (PHIL), with identification number #4814.

I coronavirus sono comuni in molte specie animali (come i cammelli e i pipistrelli) ma in alcuni casi, se pur raramente, possono evolversi e infettare l’uomo diffondendosi tra la popolazione.

I coronavirus umani conosciuti ad oggi sono sette, alcuni identificati già negli anni Sessanta del secolo scorso mentre altri di recente identificazione:

  1. 229E (coronavirus alpha)
  2. NL63 (coronavirus alpha)
  3. OC43 (coronavirus beta)
  4. HKU1 (coronavirus beta)
  5. MERS-CoV (il coronavirus beta che causa la Middle East respiratory syndrome)
  6. SARS-CoV (il coronavirus beta che causa la Severe acute respiratory syndrome identificato nel 2003)
  7. 2019-nCoV.

Come si trasmettono questi virus?

I coronavirus umani si diffondono più comunemente da una persona infetta (anche asintomatica) ad un’altra attraverso

  • l’aria, tossendo e starnutendo
  • stretto contatto personale, come toccare o stringere la mano
  • toccando un oggetto o una superficie con il virus su di esso, toccandosi poi la bocca, il naso o gli occhi prima di lavarsi le mani
  • raramente, attraverso contaminazione fecale.

 

Non solo coronavirus…

Una volta chiarite le informazioni attualmente note sul nuovo coronavirus, passiamo all’azione! Faccio scaricare sui loro computer (le nostre sono tutte classi in cui i ragazzi utilizzano i loro dispositivi) l’applicazione dell’HHMI (ebbene sì, ancora loro!) Virus Explorer, e così iniziamo ad esplorare altri tipi di virus.

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Questa attività interattiva permette di esplorare la diversità dei virus in base alla struttura, al tipo di genoma, alla portata dell’ospite, al meccanismo di trasmissione e alla disponibilità del vaccino.

Ci sono modelli 3D di nove virus diversi- rabbia, influenza, HIV, Ebola, virus del mosaico del tabacco (TMV), adenovirus, batteriofago T7, papillomavirus e Zika – che gli studenti possono far ruotare e visualizzare da diverse angolazioni e in sezione.

Con questa attività gli studenti apprendono i criteri utilizzati dagli scienziati per classificare i virus, le caratteristiche di diversi virus e la prevalenza globale delle infezioni virali. L’attività include anche un’illustrazione delle dimensioni relative dei nove virus, offrendo l’opportunità di discutere su scala e unità di misura.

Volendo, l’attività si può far seguire alla visione del documentario della PBS Spillover, Zika, Ebola and Beyond ed è corredata di una bella scheda di lavoro (in inglese).

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=0dA-Ls9Iw24&w=560&h=315]

Per oggi è tutto! Prima di salutarvi, però, ho una cosa da chiedervi. Anche i vostri ragazzi vi hanno fatto domande? Come avete gestito questo momento magico di apprendimento? Me lo raccontante?

Un abbraccio e alla prossima

Barbara

 

P.S.

Un consiglio di lettura davvero interessante? Spillover. L’evoluzione delle pandemie, di David Quammen, Adelphi

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