È iniziata la terza settimana di scuola. Come sta andando?

Per quanto mi riguarda, ho iniziato con mille dubbi e un po’ di paura ma, per ora, tutto procede bene.

Da noi, mascherina tutto il tempo anche in classe (e ne sono felice!). Sinceramente, non sapevo come l’avrebbero presa i ragazzi ma devo dire che sono stati, e sono, davvero bravi.

A scuola, come a casa, però, se fissi delle regole che possono essere faticose devi accompagnarle con dialogo aperto e informazioni. Così ho preparato una lezione per aiutarli a capire dal punto di vista scientifico cosa sta succedendo.

Mi sono interrogata a lungo sul taglio da dare, su cosa dire e come farlo. Siamo tutti stanchi di avere paura e non volevo cadere nel “sensazionalismo” per riuscire ad attirare la loro attenzione. Ho deciso, quindi, di non concentrarmi sugli aspetti medici della questione, sulla paura, ma piuttosto sull’importanza dell’essere parte della soluzione, per quanto possibile. Non volevo spingere i ragazzi a portare la mascherina perché terrorizzati all’idea di ammalarsi o di contagiare nonni e genitori, ma volevo che potessero sentirsi fieri del contributo importante che daranno nella lotta contro questo virus accettando di tenere la mascherina tutto il tempo. Volete sapere come? Ecco quanto abbiamo discusso in classe.

Cosa sono i coronavirus?

Sono una famiglia piuttosto grande di virus a RNA in grado di causare malattie respiratorie che vanno dal comune raffreddore a
sindromi più severe come MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome) e SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratory syndrome.

Perché si chiamano coronavirus?

Questi virus sono chiamati così perché, al microscopio elettronico, i virioni (la forma infettiva dei virus) presentano delle strutture proteiche esterne a forma di mazza che creano un’immagine che ricorda una corona reale o una corona solare. (Fonte: EpiCentro).

Quanti sono?

I coronavirus sono virus che circolano tra gli animali e alcuni di essi infettano anche l’uomo.
I coronavirus umani conosciuti ad oggi sono sette, alcuni identificati già negli anni Sessanta del secolo scorso mentre altri di recente identificazione:
1. 229E (coronavirus alpha)
2. NL63 (coronavirus alpha)
3. OC43 (coronavirus beta)
4. HKU1 (coronavirus beta)
5. MERS-CoV (il coronavirus beta che causa la Middle East respiratory syndrome)
6. SARS-CoV (il coronavirus beta che causa la Severe acute respiratory syndrome identificato nel 2003)
7. SARS-CoV-2, il coronavirus che causa il COVID-19 (2019).


I pipistrelli sono considerati ospiti naturali di questi virus, ma sono considerate fonti anche molte altre specie di animali.

Ad esempio, il Coronavirus della sindrome respiratoria mediorientale (MERS-CoV), identificato per la prima volta in Arabia Saudita nel 2012, viene trasmesso all’uomo da cammelli e dromedari, mentre il coronavirus della sindrome acuta respiratoria grave (SARS-CoV), che ha infettato il primo essere umano in Cina nel 2002, si pensa provenga dai pipistrelli e che venga trasmesso all’uomo dallo zibetto, come il SARS-CoV-2, identificato per la prima volta nel 2019 a Wuhan (Cina).

Fonte immagine: https://www.med4.care/confronto-sars-cov-2-sars-e-mers/

Come si trasmettono?

I coronavirus umani si diffondono più comunemente da una persona infetta (anche asintomatica) ad un’altra attraverso:
– l’aria, tossendo e starnutendo;
– stretto contatto personale, come toccare o stringere la mano;
– toccando un oggetto o una superficie con il virus su di esso, toccandosi poi la bocca, il naso o gli occhi prima di lavarsi le mani;
– raramente, attraverso contaminazione fecale.

Infezione

Guardiamo insieme questa breve (2:42) animazione che spiega la modalità di infezione del virus:

(Sul sito dell’HHMI – Biointeractive potete trovare le schede didattiche di accompagnamento delle animazioni, ma chi è iscritto alla newsletter riceverà le mie già in italiano)

Cominciamo a discuterne:

  1. Qual è il significato dei termini SARS-CoV-2, COVID-19 e coronavirus?
  2. Osservate l’immagine, come si chiamano le strutture indicate dai numeri? Che ruolo hanno nella duplicazione del virus?

3. Nell’animazione avete visto che SARS-CoV-2 si lega, o si attacca, a proteine ​​specifiche che si trovano sulla superficie esterna di una cellula. Queste proteine ​​sono chiamate recettori.
Gli scienziati hanno stabilito che SARS-CoV-2 si lega allo stesso tipo di recettori delle cellule umane di un altro coronavirus (SARS-CoV) che ha causato un focolaio nel 2002-2004 causando un numero inferiore di infezioni e decessi dell’attuale epidemia di SARS-CoV-2. Gli scienziati hanno scoperto anche che SARS-CoV-2 ha una probabilità da 10 a 20 volte maggiore di legarsi a questi recettori rispetto agli altri coronavirus. In che modo questa maggiore possibilità di legame con i recettori umani ha influenzato la capacità di replica di SARS-CoV-2?

4. Ciascuna delle seguenti affermazioni descrive una fase della replicazione di SARS-CoV-2. Questi passaggi sono elencati in ordine casuale. In che ordine in cui si verificano nel corpo umano?
a. Il virus rilascia il suo genoma RNA nella cellula.
b. La RNA polimerasi virale aiuta a trascrivere più copie dell’RNA del virus.
c. Il virus si lega a un recettore sulla membrana di una cellula umana.
d. Nuovi virus viaggiano verso la membrana cellulare della cellula infetta e vengono rilasciati all’esterno della cellula.
e. L’RNA del virus viene tradotto in proteine ​​dai ribosomi della cellula.

5. Nell’animazione, avete visto che SARS-CoV-2 utilizza i ribosomi all’interno delle cellule umane per tradurre il suo RNA in proteine virali. Tra le proteine virali prodotte dai ribosomi, qual è quella che aiuta SARS-CoV-2 a fare più copie di se stesso?

Rilevamento

Quindi guardiamo un’altra animazione in cui vengono descritti i tre metodi usati per rilevare le infezioni di SARS-CoV-2.

https://youtube.com/watch?v=Flnq86CqCg0

6. Immaginate di voler far visita ad un membro della vostra famiglia che si trova in una casa di riposo. La casa di riposo richiede che tutti i visitatori risultino negativi per infezione attiva da SARS-CoV-2 nelle due settimane precedenti la visita. Quale dei due test mostrati nella tabella scegliereste o di quali altre informazioni avreste bisogno per poter decidere? Usate i dati della tabella come evidenze per supportare la vostra risposta.

7. Oltre ai due test descritti in tabella (RT-PCR e antigene), le persone possono anche sottoporsi al test sierologico per la presenza di anticorpi contro il SARS-CoV-2 (quantitativo o rapido/qualitativo).
Come mai una persona potrebbe risultare negativa per un’infezione attiva di SARS-CoV-2 ma positiva per gli anticorpi SARS-CoV-2?

I guanti non sostituiscono l’igiene delle mani

Passiamo quindi all’analisi dei comportamenti da evitare e di quelli da tenere. Per cominciare, guardiamo insieme questo video davvero illuminante:

Quindi discutiamo sul fatto che molti indossando i guanti si sentono tranquilli e protetti. Questo video aiuta i ragazzi a comprendere che, a prescindere dall’agente infettivo, non sono i guanti ma l’igiene delle mani e i corretti comportamenti che possono evitare la diffusione del virus (ma non solo) sulle superfici.

Lavarsi le mani e indossare la mascherina

Ci sono due semplici cose che possiamo fare per proteggerci da SARS-CoV-2:

•lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone o con soluzione a base di alcol. In questo modo si eliminano i virus eventualmente presenti sulle mani e non si corre il rischio di infezioni che potrebbero verificarsi toccando naso, bocca e occhi.

•Indossare la mascherina.

Ma lavarsi le mani con il sapone è sufficiente o è meglio l’alcol?

A questo punto, mostro ai ragazzi in che modo il sapone riesca effettivamente ad uccidere i virus proteggendoci dall’infezione e riducendone anche la diffusione. Visti i livelli diversi, ho usato video differenti a seconda dell’età dei ragazzi.

Combattere il coronavirus con il sapone (classi I-II-III)

Il sapone può uccidere davvero il coronavirus? (classi IV-V)

Con le quinte, che hanno studiato anatomia e fisiologia umana l’anno scorso, ho aggiunto anche questo video che spiega, invece, cosa succede all’organismo quando SARS-CoV-2 lo infetta.

A questo punto non mi resta che sintetizzare quanto abbiamo imparato:

  1. lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi o igienizzarle con soluzione alcolica per almeno 20-30 secondi;
  2. indossare la mascherina toccando solo gli elastici o i legacci e avendo cura di non toccare la parte interna.

Ma la mascherina serve davvero?

In uno studio pubblicato sulla rivista Thorax, è stata messa a confronto l’efficacia dei diversi tipi di mascherine (strato singolo, doppio e chirurgica) nel prevenire la trasmissione verso l’esterno di goccioline di saliva e muco mentre si parla, si tossisce e si starnutisce.

Per visualizzare le goccioline e gli aerosol che altrimenti non si riuscirebbero a vedere, è stato utilizzato un sistema di illuminazione a LED con una telecamera ad alta velocità.

Da questo e altri studi è emersa l’evidenza che la mascherina chirurgica a tre strati è significativamente migliore rispetto alle maschere in tessuto a uno o due strati.

Ma il sacrificio del portare la mascherina potrebbe premiare in modo inaspettato.

In un recente articolo, pubblicato sul New England Journal of Medicine, (Facial Masking for Covid-19 — Potential for “Variolation” as We Await a Vaccine di Monica Gandhi, M.D., M.P.H., and George W. Rutherford, M.D.) gli autori avanzano l’ipotesi (non dimostrata ma promettente) secondo cui indossare la mascherina chirurgica potrebbe aiutare a ridurre la gravità della malattia e garantire che una percentuale maggiore di nuove infezioni sia asintomatica. Se questa ipotesi venisse confermata, far portare a tutti la mascherina chirurgica potrebbe diventare una forma di “variolazione” che genererebbe immunità e quindi rallenterebbe la diffusione del virus in attesa di un vaccino o di altre possibili cure.

La variolazione è un processo mediante il quale alle persone a rischio di ammalarsi di vaiolo veniva iniettato del materiale prelevato dalle vescichette di persone affette da vaiolo, in modo da causare una leggera infezione e sviluppare immunità. La variolazione è stata praticata solo fino all’introduzione del vaccino, che alla fine ha debellato il vaiolo.

Secondo gli autori dell’articolo, anche se l’ipotesi è ancora da verificare, nelle ultime settimane sono emersi dati promettenti che suggeriscono che si possa avere una forte immunità cellulo-mediata anche a seguito di un’infezione SARS-CoV-2 lieve o asintomatica. Quindi, qualsiasi strategia di salute pubblica in grado di ridurre la gravità della malattia potrebbe aumentare anche l’immunità a livello di popolazione.

Se questa ipotesi fosse confermata, indossare una mascherina chirurgica potrebbe diventare l’equivalente di una forma di variolazione in grado di generare immunità e rallentare la diffusione del virus mentre il mondo attende un vaccino. Non vi sembra un buon motivo per portarla?

Buon lavoro a tutti noi!

Un abbraccio

Barbara

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