Far comprendere il ciclo cellulare e la mitosi ai nostri studenti non è sempre semplice, vero?

Mi capita spesso di vedere ragazzi confusi di fronte a immagini statiche che descrivono processi che, in realtà, sono incredibilmente dinamici. Molti di loro faticano a capire cosa accada realmente dentro una cellula durante quei minuti cruciali della divisione cellulare e, soprattutto, perché sia così importante conoscere ogni fase. Spesso percepiscono la distinzione tra una profase e una metafase più come una sfida mnemonica che come un momento di vera esplorazione scientifica.

Eppure, proprio partendo da semplici osservazioni come queste, più di un secolo fa, è nata una delle intuizioni scientifiche più importanti per la biologia e la medicina: il concetto di indice mitotico.

Tutto è iniziato verso la fine dell’Ottocento con il biologo tedesco Walther Flemming. Fu lui a descrivere per la prima volta, con una precisione senza precedenti, le diverse fasi della divisione cellulare, osservando al microscopio cellule animali opportunamente colorate. Flemming introdusse anche il termine “mitosi” (dal greco “mitos”, filo, riferendosi ai cromosomi visibili durante la divisione). Le sue pubblicazioni, in particolare “Zellsubstanz, Kern und Zelltheilung” (1882), sono diventate una pietra miliare nella storia della citologia.

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Tuttavia, ci sono voluti ancora diversi anni perché si comprendesse pienamente il significato biologico di queste osservazioni. La svolta arrivò quando altri scienziati iniziarono a chiedersi: “Quante cellule si stanno davvero dividendo in un determinato momento? Cosa ci può dire questo numero sullo stato fisiologico del tessuto osservato?”

Da queste domande emerse un concetto che avrebbe rivoluzionato la comprensione dei tessuti: l’indice mitotico. Questo valore rappresenta la proporzione di cellule che si stanno effettivamente dividendo in un dato momento rispetto al numero totale di cellule osservate. Una sorta di fotografia dell’attività cellulare di un tessuto.

Formalizzato e introdotto in ambito medico nei primi decenni del Novecento, si è rivelato fin da subito uno strumento prezioso in quanto permette di valutare lo stato di salute di un tessuto e di individuare eventuali anomalie nei processi di crescita cellulare.

Un indice mitotico elevato può segnalare una rapida proliferazione cellulare associata a processi fisiologici come la guarigione di ferite o la crescita embrionale. Allo stesso tempo, però, un aumento anomalo dell’indice mitotico può rappresentare un campanello d’allarme, indicando una crescita cellulare incontrollata tipica dei tumori. In quest’ultimo caso, le cellule tumorali si dividono più frequentemente rispetto alle cellule normali del tessuto circostante, portando a un aumento significativo dell’indice mitotico.

Nonostante l’importanza scientifica del calcolo dell’indice mitotico, nelle scuole secondarie questa attività viene proposta raramente probabilmente perché considerato troppo complesso da realizzare in classe.

Invece, posso dirti che introdurre il calcolo dell’indice mitotico nelle mie lezioni ha rappresentato una scelta didatticamente potente.

Compiere le osservazioni necessarie per calcolare l’indice mitotico aiuta, infatti, gli studenti a superare alcune delle difficoltà principali che incontrano nello studio della mitosi: anziché imparare passivamente a memoria le fasi cellulari, gli studenti hanno la possibilità di interagire concretamente con le cellule, scoprendo in prima persona il significato biologico di ciò che stanno osservando. Questa esperienza attiva e ragionata consente loro di capire che ogni fase della mitosi ha una durata specifica e che la durata di ciascuna fase mitotica si riflette nel numero di cellule osservate al microscopio in quella fase.

Inoltre, calcolare l’indice mitotico permette agli studenti di esercitare competenze importanti, come l’analisi e l’interpretazione di dati reali. In questo modo, imparano che ogni cellula osservata porta con sé un messaggio biologicamente significativo sullo stato del tessuto. Questa attività si trasforma così in un ponte diretto tra teoria e pratica, rendendo accessibile e rilevante il concetto di proliferazione cellulare, crescita tissutale e diagnosi precoce di patologie.

Per esperienza diretta, posso testimoniare quanto questo approccio aiuti a superare le classiche difficoltà di apprendimento legate alla mitosi, come il riconoscimento mnemonico e spesso decontestualizzato delle sue fasi. Quando gli studenti afferrano il valore concreto dell’indice mitotico come strumento per “leggere” lo stato di un tessuto, la divisione cellulare smette di essere un argomento astratto e distante e si trasforma in un fenomeno tangibile e reale, intimamente connesso alla vita e alla salute degli organismi viventi.

Grazie a questa attività, gli studenti riescono finalmente a cogliere la rilevanza di processi biologici complessi, come la proliferazione cellulare, la crescita e la riparazione dei tessuti, acquisendo anche una prima consapevolezza sui meccanismi alla base della diagnosi precoce di patologie gravi, come i tumori.

Se anche a te piacerebbe offrire un’attività sull’indice mitotico ai tuoi studenti ma non l’hai mai fatto e non sai da dove partire, ti invito a scoprire quella che utilizzo con i miei studenti e che puoi trovare sul mio profilo Eduki [Determinare l’indice mitotico da una microfotografia].

Spero che questi spunti ti siano stati utili! Mi farebbe piacere sapere se anche tu proponi questa attività in classe o se, dopo aver letto questo articolo, ti è venuta voglia di provarci! 🙂

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